I minerali di tali cavità hanno subìto innumerevoli trasformazioni
ed eventuali cristalli di quarzo beta formatisi all'inizio della cristallizzazione
possono essere stati fratturati dalle tensioni generate dal raffreddamento,
per ritornare a crescere come quarzo alfa , quando la temperatura è
diminuita .Le soluzioni silicee per ulteriore raffreddamento sotto i
150° C. si sono infine depositate come silice idrata
E' per questo motivo che nel granito di Baveno si possono osservare
multiformi tipi di cristalli ed anche deposizione di ialite . La loro
formazione si è realizzata nelle più svariate condizioni
di temperatura , pressione e ambiente chimico esistenti nei miaroli
pegmatitici , veri micro-ambienti locali . A conferma delle molteplici
condizioni esistenti nei graniti è abbastanza facile rinvenire
cristalli che al raffreddamento Nelle rioliti i fenomeni sono stati più semplici perchè il fuso, venendo in superficie rapidamente, si è espanso e "coagulato" istantaneamente quando ha perso i fluidi solubilizzati dalla pressione . Infatti in queste rocce è presente spesso anche del materiale scoriaceo vetroso che non ha potuto cristallizzare per mancanza di acqua o di tempo sufficiente .
Nelle bolle contenenti i fluidi mineralizzatori si ritrovano cristallizzati sia il quarzo beta sia la tridimite che sono ambedue fasi di alta temperatura e bassa pressione . In alcune giaciture del vicentino (Colli Euganei ) nella stessa cavità miarolitica , si possono osservare entrambe le fasi della silice ed anche sintassie del quarzo beta su tridimite . |
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