Per queste ampie applicazioni si rese necessario sganciarsi dalle risorse naturali , spingendo gli scienziati alla ricerca del modo per ottenere quarzo sintetico.
Si è giunti così ai giorni nostri con la fabbricazione su grande scala di perfetti cristalli artificiali , necessari a soddisfare l'enorme richiesta dovuta allo sviluppo tecnologico moderno.Lo scopritore del metodo fu lo studioso torinese Giorgio Spezia ,che agli inizi del secolo scorso , affrontò il problema per risolvere gli interrogativi legati alla cristallogenesi del quarzo , giungendo a risultati molto interessanti . Egli utilizzò per i suoi esperimenti una apparecchiatura di suo progetto, atta ad ottenere sotto pressione le alte temperature necessarie per solubilizzare in acqua il quarzo come polisilicato di sodio e farlo cristallizzare per raffreddamento su "semi"costituiti da sezioni di cristallo naturale , orientate opportunamente . Trovò così che il quarzo , in quelle condizioni , si scioglie a 330° C e si rideposita a 180° C. Nelle sintesi odierne il sistema Spezia è stato modificato per accelerare la crescita cristallina .Per evitare geminazioni si introducono sezioni monocristalline rigorosamente controllate anche di notevoli dimensioni ,con superfici fino a 150 centimetri quadri da cui si ottengono cristalli fino a 2 chilogrammi di peso.Per un approfondimento andare a: La silice / La sintesi. |
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