Scheda N° 5
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Quarzo alfa, facce rare All'inizio del secolo scorso, con lo sviluppo delle tecniche
atte a chiarire la struttura dei cristalli per mezzo dei nuovi strumenti
(che ne evidenziarono le caratteristiche fisiche nascoste), venne meno
la necessità di ricercare tutte le facce, anche le più
inconsuete, prima necessarie al loro riconoscimento morfologico. A questo proposito fu tipico il battibecco sorto tra il Panebianco,
ormai maturo professore a Padova, e il giovanissimo Artini , autore
di un contestatissimo lavoro sui cristalli di quarzo della Valle Malenco.
Effettivamente col tempo molte di tali rarità sono state dimenticate, anche se successive e accurate verifiche non sono mai state fatte, probabilmente per la difficoltà di dimostrare la non esistenza di facce cristalline del quarzo. A ciò si aggiunga che molti autori hanno idealizzato eccessivamente i disegni dei cristalli osservati, facendo ragionevolmente dubitare che frammenti di cristallo con imperfezioni o parziali solubilizzazioni di spigoli o peggio ancora con geminazioni siano stati trasformati in disegni di perfetti individui biterminati con facce ben sviluppate. Questa incertezza e ambiguità, aggravata a volte dalla inesatta riproduzione di disegni originali, è stata poi trasferita anche su testi moderni di indubbia importanza e serietà. |
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