QUARTZ THE WRONG CONCLUSION. In this chapter we critically analyse a crystallographic publication. The author of this article bases his entire research on the outward appearance of quartz crystals. We demonstrate that the assignation of crystallographic index (axial ratio) without physical and structural examination of quartz brazil , leads to mis-interpretation. |
Tempo fa su ROCKS & MINERALS vol. 65 pubblicato nel 1990 lessi un articolo che descriveva le caratteristiche insolite di alcuni cristalli di quarzo. L'autore, R.Peter Richards, riferiva le sue osservazioni e le misurazioni eseguite su cristalli di quarzo provenienti da Conselhiero Mata (Brasile ), che mostravano un fantasma cristallino, un abito inconsueto e altre particolarità, fig. 1. Pur apprezzando l'articolo per la stesura accurata i bei disegni
e la precisione dei riferimenti, devo confessare che le conclusioni
mi lasciarono piuttosto insoddisfatto In particolare le perplessità
riguardavano il disegno della terminazione tipica e lo specificato
senso di rotazione del cristallo tipo, riportato a fig. 3 dello
scritto in oggetto. " Termination of a typical quartz crystal from Conselhiero
Mata showing the forms present on most crystals. Sono sempre piuttosto scettico quando leggo simboli cristallografici strani e complessi assegnati alle facce, specialmente se si dichiara che : " le facce sono curve e danno un segnale poco netto con un errore di 2° in ogni direzione ". Decisi perciò di indagare sulle conclusioni dell'autore. |
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La successiva accurata osservazione al microscopio mi convinse della loro provenienza da Conselhiero Mata; infatti essi presentavano proprio tutte le caratteristiche descritte dal Dr R. P. Richards per i cristalli di quella località . L'ispezione mi permise di trovare la chiave di lettura per l'interpretazione di questo abito insolito, facendomi anche sospettare alcuni probabili errori del Dr Richards . La chiave interpretativa è l'abito di Muzo, descritto per la prima volta nel 1963 da Gausser, utilizzando cristalli colombiani e ritrovato una decina di anni dopo anche da Gross su quarzi alpini di due località svizzere. Come facilmente si può verificare ,anche il Goldschmidt sull' "Atlante delle forme cristalline" N° 124-125-189-287-683 , riporta disegni di cristalli con questo abito, quindi sicuramente non rarissimo e relativamente diffuso. In pratica la particolarità di questi cristalli è una consistente ricrescita selettiva su cristalli che inizialmente avevano sviluppato l'abito di Muzo. Anche alcuni cristalli italiani in mio possesso presentano più o meno sviluppato tale abito ; provengono da due località non sottoposte ad indagine e non riportate in letteratura : Tornadri in Val Malenco ( SO ) e Usseglio in Val di Viù ( TO ). Gli individui cristallini che presentano l'abito di Muzo hanno un ineguale sviluppo dei due romboedri principali diretto " r " e inverso " z " ; ciò è causato da facce oscillatorie rigate orizzontalmente di romboedri acuti inversi sviluppati sotto il romboedro " z " che lo riducono moltissimo (quasi lo fanno scomparire) mentre è molto più sviluppato il romboedro " r " . |
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Va sottolineato che nell'abito alpino è invece ridotto il romboedro " r "(vedi sopra) . Tale definizione assegna perciò l'esatta attribuzione del loro simbolo ai romboedri principali . Ho rilevato inoltre che è possibile determinare il senso del cristallo di tale abito anche dalla presenza sugli spigoli , da cui emergono gli assi polari "a",di una strettissima e caratteristica faccia rigata di trapezoedro trigonale inverso con striature oblique , sempre presenti sui cristalli di origine italiana , Margone e Tornadri.( vedi foto a destra ).
Inoltre come riportato nel capitolo "Le corrosioni", è possibile determinare il senso del cristallo osservando le caratteristiche incisioni di corrosione dei cristalli delle pegmatiti brasiliane, spesso presenti su questi cristalli della zona. |
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Queste striature caratteristiche sono quasi parallele allo spigolo formato dalla bipiramide " S "e dal prisma esagono "m" ( divergono solo frazioni di grado ) e sono la causa dello sviluppo del trapezoedro negativo appena accennato . In un unico caso fra i cristalli brasiliani presi in esame da me , lo sviluppo di tale forma diventa dominante , facendo assumere al cristallo un abito veramente curioso, definito dalla letteratura "abito di Cipò "(vedi foto a lato). Da quanto detto sopra si può concludere che è relativamente semplice determinare il senso del cristallo senza ricorrere preventivamente alla distruzione dei campioni in esame ( per sicurezza e a conferma di quanto sopra esposto, sono state fatte una serie di sezioni , sopra cristalli italiani e brasiliani , per una verifica non opinabile con la tecnica dei punti di luce ). Infatti una volta stabilita la corrispondenza reciproca delle facce e delle striature , il risultato è inequivocabile ; comunque uno dei cristalli in oggetto (con tutte le caratteristiche menzionate dal Dr R. P.Richards ) è stato sezionato e corroso ed ha generato una bella stella " sinistra" (vedi Fig.a destra) ed ha definito lo spigolo di uscita dell'asse binario " a ". Il cristallo sezionato ha una terminazione molto simile al disegno del Richards visto in pianta e mostra con evidenza il fantasma interno che ne rivela l'abito di Muzo assunto nella fase che precedette l'ultima crescita cristallina . Infatti si distingue chiaramente una parte interna a sezione triangolare rivestita di materiale nerastro in minuscole emisfere di probabile ematite (Fig.a lato ) . |
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Si nota chiaramente che la parte centrale è stata inizialmente di sezione triangolare equilatera ad angoli acuti con i lati paralleli al prisma esagonale posto sotto i romboedri inversi " z ",( pur delineando a luce riflessa il triangolo in maniera netta , la stella creata con i punti di luce non subisce discontinuità di immagine nel passaggio dalle due zone cristalline dello stesso senso ), la seconda fase di crescita ha ampliato il cristallo . Nella terza fase, due lati del triangolo hanno ricevuto selettivamente la deposizione di un consistente strato cristallino fittamente geminato del Brasile(Fig.a lato). Questi stadi di crescita sono visibili sia sulla sezione corrosa , fotografata a luce riflessa , sia ponendo la sezione lucidata fra due polarizzatori incrociati che ne rivelano sia le geminazioni che i disordini cristallini . Successivamente, nella quarta fase dopo la deposizione di ematite e la formazione del fantasma , il cristallo non è più cresciuto in lunghezza , ma ha depositato materiale affumicato solo trasversalmente, su facce alterne di esagono.
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I lati che hanno avuto precedentemente deposizione di materiale geminato del Brasile , sono cresciuti pochissimo , mentre il terzo lato ha avuto un consistente apporto di materiale con evidentissimi disordini cristallini , restituendo al cristallo la sezione esagonale consueta . Infatti sia il romboedro diretto " r "più sviluppato , che la faccia di prisma esagonale confinante " m " non si sono assolutamente accresciuti.Sulla faccia di trapezoedro negativo più estesa del fantasma la quarta fase è stata invece incompleta e tale insufficiente crescita cristallina ha formato le facce curve o rigate ( pseudofacce ? ) oggetto di queste osservazioni .
Altri cristalli della mia collezione non presentano il fantasma in modo evidente ; hanno però anch'essi molto ben rappresentate le facce illustrate dall'autore dell'articolo di Rocks & Minerals . Da quanto sopra esposto devo affermare di essere arrivato con la tecnica dei punti di luce a conclusioni opposte all'autore dell'articolo in oggetto e devo concludere che i disegni riportati in figura 3 nella pubblicazione del Dr Richards sono eccessivamente idealizzati (come temo sia successo spesso in letteratura ) , oltre ad essere totalmente errati poichè il senso del cristallo è opposto a quello dichiarato.
Conseguentemente anche i simboli e gli indici sono del tutto sbagliati.
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